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Il problema della sicurezza dell’abbigliamento per bambino

Con questo articolo a cura di RITEX , già pubblicato sulla rivista specializzata Detergo  vogliamo fornire alcune indicazioni sui requisiti di sicurezza previsti per gli abiti dei più piccoli dalla normativa cogente.

La protezione della salute dei consumatori è uno dei principi ispiratori di ormai qualunque sistema legislativo minimamente evoluto.  Quando il consumatore è un bambino il livello di attenzione da parte del legislatore si innalza particolarmente, portando all’emanazione di leggi e regolamenti molto restrittivi.

Questa attenzione, presente da molto tempo per il settore dei giocattoli, si è indirizzata negli ultimi anni anche verso il settore del tessile-abbigliamento. A conferma di ciò è sufficiente dare uno sguardo al numero di articoli di abbigliamento ritirati annualmente dal mercato perché ritenuti pericolosi per la salute del bambino.

Come ottenere le informazioni, in tempo rapido, circa la presenza sul territorio europeo di capi di abbigliamento pericolosi per il bambino?  Ogni libero cittadino, ed è molto interessante farlo, può verificare settimanalmente, attraverso il  portale RAPEX, l’elenco di tutti i prodotti, non solo tessili, ritirati dal mercato per problemi di sicurezza generale, in tutto il territorio della comunità Europea.

Che cos’è Rapex?

Rapex è un sistema di allerta rapido utilizzato dagli stati membri per scambiarsi informazioni circa la pericolosità di prodotti che circolano sul territorio comunitario. Settimanalmente viene pubblicato un report con i dettagli di tutti gli articoli considerati critici per la sicurezza. L’elenco di tutti i report è facilmente reperibile, ricercando “RAPEX – Weekly Notification reports”. Interessante è anche approfondire le statistiche annuali, che riassumono, settore per settore, tutte le notifiche pubblicate sul Rapex. A seguire un’immagine tratta dal documento relativo all’anno 2014 “Keeping European Consumers Safe – Rapid Alert System for  dangerous non-food products – 2014 COMPLETE STATISTICS” in cui si nota che, dopo il settore dei giocattoli (Toys) con 650 notifiche, quello maggiormente segnalato è quello dell’abbigliamento (Clothing, Textiles and Fashion) con 530 articoli notificati.

Ma quali rischi sono associati ad un capo di abbigliamento per bambino?

In generale, e quindi anche nel caso del bambino, tre sono le tipiche categorie di rischio:

  1. MECCANICO
  2. CHIMICO
  3. CALORE E FIAMMA.
 3 Possibilità prevedibile che durante le condizioni normali di utilizzo si raggiunga, tramite fruizione dell’articolo o di parti di esso, un livello di potenziale pericolo per l’integrità fisica dell’utilizzatore. I rischi più significativi in ambito meccanico comprendono:  intrappolamento, punture, lacerazioni, soffocamento.
 4 Possibilità prevedibile che durante le condizioni normali di utilizzo e di manutenzione, tramite esposizione dovuta al contatto con la cute o la mucosa, a inalazione o ingestione, si raggiunga un pericolo per l’utilizzatore finale di una certa sostanza chimica contenuta nel prodotto tessile o nelle sue appendici.
 5 Possibilità prevedibile che durante le condizioni normali di utilizzo e di manutenzione, si determini un potenziale pericolo per l’integrità fisica dell’utilizzatore, a causa di stress termici e in relazione allo sviluppo e propagazione di fiamme.

Le definizioni e la rappresentazione grafica delle tre categorie sono ricavate dal documento “requisiti di sicurezza dei prodotti tessili” a cura della Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Centro Tessile Cotoniero S.p.A.  e Sistema Moda Italia.

 

Quali sono nel dettaglio i rischi concreti?

Per approfondire nel concreto i rischi associati all’abbigliamento bambino è interessante leggere uno degli ultimi rapporti Rapex del 2015, il numero 51 del 25 dicembre.

A seguire viene riportata l’immagine relativa all’articolo rif. 37. Si tratta di un paio di pantaloncini per neonato, notificati al Sistema dal paese Ungheria a causa del fatto che nella zona del girovita sono presenti lacci che terminano con dei nodi. Viene dichiarato che il prodotto non è conforme alla norma EN 14682 e ne viene imposto l’immediato ritiro dal mercato. Il rischio meccanico è quello che i lacci possano rimanere intrappolati durante le attività del bambino e causarne quindi delle lesioni.

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Interessante è anche la notifica n.25, relativa ad una giacca bambina che presenta dei lacci nell’area del collo che terminano con dei pom-pom. Anche in questo caso viene dichiarata la non conformità alla norma EN 14682 e quindi ne viene imposto il ritiro dal mercato a causa del rischio meccanico di strangolamento

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Che cosa impongono la norma EN 14682 e in generale gli standard di sicurezza per l’abbigliamento bambino?

I requisiti imposti dagli standard di sicurezza per l’abbigliamento per bambini sono molti e sono suddivisi in base all’età dell’utilizzatore (0-7 anni –bambini piccoli – oppure 7-14 anni – bambini più grandi)) e in base alla zona del corpo a cui sono destinati (A,B,C o D).

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Ne riportiamo solamente alcuni (l’elenco a seguire è incompleto rispetto alla norma di riferimento; le immagini sono tratte dalla norma stessa):

REQUISITO GENERALE

13Le estremità libere di lacci passanti, i cordoncini funzionali e fasce o fusciacche non devono presentare guarnizioni tridimensionali o nodi e devono essere a prova di sfilacciamento, per esempio termosaldate o travettate.

Le estremità possono essere ripiegate o piegate in due purchè non creino pericolo di intrappolamento.

Ove consentiti i lacci passanti devono essere fissati al capo, per esempio mediante travettatura, in almeno un punto situato in posizione equidistante dai punti di uscita (vedere figura)

ZONA TESTA, COLLO E PARTE SUPERIORE DEL PETTO NEI CAPI DI ABBIGLIAMENTO PER BAMBINI PICCOLI – ZONA A

14I capi di abbigliamento destinati ai bambini piccoli non devono essere concepiti, confezionati o forniti con lacci passanti, cordoncini funzionali nella zona testa, collo e parte superiore del petto.

I capi di abbigliamento all’americana devono essere preparati senza estremità libere nella zona collo e gola (X=vietato, V= permesso).

  

ZONA PETTO E VITA – ZONA B

15I capi indossati dalla vita in giù e senza spalline, bretelle, o maniche, come pantaloni, pantaloncini, gonne, slip, parte inferiore del bikini, non devono avere estremità libere di lacci passanti più lunghi di 20 cm (A) in ogni estremità quando il capo è in uno stato naturale rilassato (X=vietato, V= permesso).

 

ORLI AL FONDO NEI CAPI DI ABBIGLIAMENTO CHE ARRIVANO SOTTO AL CAVALLO – ZONA C

16I lacci passanti, i cordoncini decorativi e i cordoncini funzionali, fermacorda inclusi, situati nei bordi al fondo dei capi che arrivano al di sotto del cavallo non devono pendere al di sotto del bordo al fondo del capo di abbigliamento (X=vietato, V= permesso).

 

ZONA POSTERIORE– ZONA D

I capi di abbigliamento per bambini non devono prevedere lacci passanti cordoncini decorativi o cordoncini funzionali che fuoriescano dalla parte posteriore del capo o da allacciare dietro (X=vietato, V= permesso).

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REQUISITO PER IL PERICOLO DI SOFFOCAMENTO

Foto di archivio Ritex

Un ulteriore requisito tipicamente associato alla sicurezza dell’abbigliamento per bambino, anche se non specificato dalla norma EN 14682,  è quello relativo al pericolo di soffocamento per ingestione di piccole parti. Se il capo di abbigliamento contiene parti funzionali o decorative che rientrano nella categoria di “piccole parti” (le dimensioni sono definite in uno standard europeo) esse devono essere non afferrabili o saldamente fissate al capo in modo da non poter essere distaccate dal bambino durante l’uso normale e prevedibile del capo stesso.

A seguire un caso concreto esaminato in laboratorio: la maglia è stata classificata come non conforme agli standard di sicurezza; le decorazioni sono infatti risultate essere fonte di pericolo di soffocamento in quanto “piccole parti staccabili”.

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