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Fashion e sostenibilità: a Milano un corso dedicato alla moda etica

Da quando i cicli della moda si sono sempre più ridotti, l’industria del fashion, per tenersi al passo con la domanda, ha adottato tecniche di produzione con effetti nefasti sull’ambiente, al punto da compromettere le pratiche ambientali per la sostenibilità.
Negli ultimi decenni l’incremento dei ritmi produttivi e di comportamento della domanda, con produzioni sempre più low-cost, e acquisti sempre più compulsivi, hanno generato un fenomeno di “fast fashion”, con produzione di collezioni sempre più frequente, moltiplicazione delle “stagioni della moda” proposte annualmente, sempre più consistenti rispetto al passato. Per avere un’idea, si stima che oggi si producano oltre il 400% di capi moda in più rispetto a 20 anni fa; articoli che per lo più restano inutilizzati, e gettati a tonnellate, diventando rifiuti ben prima della fine della loro vita utile, spesso ancor prima del suo inizio. Lo spreco la fa da padrone.

Con l’aumentare del ritmo dei cicli della moda, l’industria ha preso ad adottare tecniche di produzione sempre meno sostenibili, per poter mantenere margini adeguati ai vincoli di domanda e offerta da ottemperare.

Dal lato della domanda, però, i consumatori si stanno dimostrando sempre più sensibili rispetto alle tematiche ambientali, e richiedono che le aziende lo dimostrino. Con azioni concrete e verificabili.

Per agire alla radice della questione occorrono azioni che partono dall’interno del settore. Deve esserci un cambio di rotta dall’origine dalla questione, insomma,       e in senso culturale.

Fra le iniziative per la diffusione di una cultura d’impresa orientata alla sostenibilità, ce n’è una che affronta il tema della moda responsabile sotto la lente delle sue molteplici sfaccettature.

Un corso che insegna a fare moda responsabile

Out of fashion, corso di formazione sulla cultura della moda sostenibile, etica e innovativa, ideato dall’agenzia di ricerca Connecting Cultures e giunto alla sua terza edizione, che prenderà avvio dal prossimo gennaio. Sei masterclass tratteranno come dei moduli tematici gli argomenti della sostenibilità nel settore della moda, dell’arte, dell’etica, della produzione, della comunicazione e dell’economia.

Il corso non si rivolge solo a giovani professionisti interessati ad avviare un’attività o a lanciare il proprio marchio nell’ambito della moda sostenibile, ma anche agli operatori già attivi nel settore e che desiderano ampliare ed approfondire le proprie conoscenze in vari campi della sostenibilità nel settore dell’industria tessile, del design e della moda in generale, oltre a chiunque a cui interessi una formazione culturale nel conscious fashion.

L’iniziativa permetterà a un gruppo di professionisti ed interessati al settore di trovarsi assieme, permettendo di aumentare lo scambio di conoscenze sul tema e creare un network di figure specializzate nel settore, esperti e operatori accomunati dall’interesse per la sostenibilità, che in seguito potranno collaborare alla realizzazione di progetti.

Visione progettuale

E’ proprio la visione progettuale e culturale del sistema moda fondate sui criteri dell’innovazione e della sostenibilità, a cui risponde l’iniziativa di Out of fashion.

La struttura modulare in cui è stato articolato il corso permette ai partecipanti di scegliere le materie maggiormente di loro interesse.

Il corso prevede la partecipazione a tre o più dei sei moduli proposti, con l’opzione finale di accedere al programma gratuito di pre-incubazione di impresa.

In questo modo, attraverso un programma completo di formazione ma anche specifico sui temi affrontati, i partecipanti avranno la possibilità anche di apprendere il percorso di avvio di una start-up propria nell’ambito della moda sostenibile ed innovativa.

I moduli di Out of fashion

I contenuti della prima parte del percorso formativo è diviso nei seguenti moduli tematici di approfondimento:

  1. Green fashion: materiali e impatto ambientale
  2. Ethically made?
  3. Moda tra arte e design
  4. Il sistema dei makers
  5. Alto artigianato e innovazione
  6. Comunicare la moda e il brand

I temi della moda sostenibile vengono quindi affrontati sotto molteplici aspetti e sfaccettature, in modo approfondito ma puntuale, utili focus rivolti a specifici target di operatori del settore, con un rilievo per temi di attualità pratica e strategica: i materiali e il loro impatto sull’ambiente, le innovazioni tecnologiche nel comparto tessile, il rapporto simbiotico e creativo tra arte e moda. Alla base di questi aspetti pratici, saranno discussi i valori etici implicati nella filiera, come responsabilità ambientale e giustizia sociale.

Lezioni e workshop saranno poi focalizzate su ambiti operativi quali: auto-produzione e Fab-Lab, globalizzazione del sistema della moda, l’alto artigianato e il recupero della tradizione, le innovazioni e le nuove tendenze, la comunicazione e le relazioni con il consumatore.

Il corso di pre-incubazione di impresa

Al termine dei moduli tematici è previsto, come opzione, un percorso di avvio di impresa, consistente in un vero e proprio corso di pre-incubazione di impresa, con il supporto di CNA Milano Monza Brianza, focalizzato sulla fase di costituzione di start-up. In concreto, dunque, i partecipanti potranno sviluppare una propria idea di business, e concretizzarla muovendo i primi passi verso l’inizio di un’attività economica indipendente nel settore della moda, sostenibile.

Presupposto di una simile iniziativa risiede nella consapevolezza che il futuro della moda si basi su un approccio etico e responsabile, per cui si ritiene che la consapevolezza, la comprensione e l’aggiornamento professionale sul tema della moda sostenibile costituiranno sempre più un vantaggio competitivo per tutti coloro che operano nel settore della moda in vari ambiti funzionali: dai designer ai produttori, dai distributori a chi si occupa di comunicare la moda, sotto diversi profili: giornalistico, web e digitale, aziendale.

A questo indirizzo web si possono trovare maggiori informazioni sull’iniziativa, per iscriversi alla quale c’è tempo fino all’8 gennaio p.v.

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