Type a keyword and hit enter to start searching. Press Esc to cancel.

Attualmente in Lettura

Sostenibilità: molto più di una semplice opportunità

C’era una volta una grande azienda[1], famosa in tutto il mondo per il suo marchio, che nella sfilata Haute Couture, primavera – estate 2016, presentava una scenografia bucolica, realizzata con materiale riciclato e che, a detta della stessa griffe, sarebbe stato riutilizzato…

C’era una volta un altro noto marchio di lusso[2] che realizzò una linea ecologica (Petit-H), destinata a ridare vita ai ritagli di alta moda, recuperare pezzi di design, riutilizzare materiali altrimenti destinati allo smaltimento…

C’era una volta un colosso della moda per le “grandi masse”[3] che decise di abbandonare la filosofia del “take, make, waste” (prendere, fare, sprecare) e lanciò un contest intitolato The Global Change Award: promettendo un premio di un milione di euro a chi avesse presentato il miglior progetto per riciclare gli scarti delle collezioni passate…

Non sono favole; è il nuovo imperativo del Fashion: la sostenibilità. Sempre più aziende del settore hanno scelto di ridurre l’impatto che la loro attività ha in ambito ambientale, sociale ed economico.

Che cosa si intende per sostenibilità?

Il termine sostenibilità è stato definito per la prima volta, con riferimento all’ambiente, come quella prerogativa essenziale per garantire la stabilità di un ecosistema, ovvero la capacità di mantenere nel tempo i processi e la biodiversità all’interno del medesimo.

Il riciclo dei materiali impiegati è solo uno degli aspetti toccati dalla sostenibilità. A causa della cd. fast fashion, e quindi dell’aumento della produzione globale di fibre (cotone e poliestere) l’uso delle risorse naturali, diventa un tema di fondamentale importanza. In particolare, nei cicli produttivi le aziende sostenibili studiano sistemi per la riduzione dell’utilizzo dell’acqua e per la riduzione delle emissioni di CO².

L’aspetto dell’approvvigionamento energetico si declina nello sfruttamento di fonti di energia alternative e nell’inserimento di macchinari a consumi ridotti.

Se questi cambiamenti possono riguardare tutte le società, a prescindere dal settore di appartenenza, nella moda, alcuni marchi importanti e alcune aziende di produzione hanno sottoscritto il “Detox Solution Commitment”, promosso da Greenpeace, protocollo in base al quale ci si impegna a liberare la moda da sostanze tossiche entro il 2020.

Perché le grandi multinazionali della moda (e non solo) hanno deciso di abbracciare la filosofia green?

L’attenzione all’ambiente è diventata un vero e proprio must per il settore della moda, data la sensibilità sempre maggiore che i consumatori rivolgono a questa tematica. Il 55% dei consumatori ha dichiarato di essere disposto a pagare di più per prodotti e servizi offerti da aziende impegnate nella sostenibilità ambientale e sociale[4]. Attuare politiche di sostenibilità ambientale significa quindi creare valore tangibile per l’azienda. Ecco svelato il “segreto” per cui il mondo della moda ha preso questa direzione green.

Che impatti può avere questa nuova filosofia nella tua azienda?

La filosofia green, che stanno abbracciando sempre più aziende, non è una “moda nella moda”. Se da un lato, infatti, questa esigenza di sostenibilità nasce da un fattore economico (attirare i clienti e poter vendere i propri prodotti a prezzi maggiori), dall’altro è anche un obbligo che arriva da più fronti (si pensi agli ambiziosi obiettivi posti dal Protocollo di Kyoto, declinati nei vari continenti, nonché alle recenti linee programmatiche della COP21 di Parigi).

Ignorare le nuove “tendenze verdi” oggi, significa mettere in seria difficoltà la tua azienda domani. In un futuro non troppo lontano infatti, i grandi brand imporranno in modo sempre più tassativo ai propri fornitori, di dimostrare garanzie di sostenibilità del ciclo produttivo e del prodotto. Il consumatore, allarmato dalle informazioni che i media forniscono sullo stato di salute compromesso del pianeta, sceglierà a parità di condizioni, il prodotto più “ecoresponsabile”. A livello pubblicitario i tuoi competitor verdi, potranno sfruttare la potente arma del prodotto “amico per l’ambiente”. In Italia addirittura, i produttori più virtuosi, potranno fregiarsi del nuovo marchio “Made Green in Italy”, ufficialmente introdotto con la L. 221/2015.

Quali vantaggi può comportare diventare un’azienda sostenibile?

Il primo indiscusso vantaggio del diventare un’azienda sostenibile è quello di conservare la propria posizione nel mercato, se non addirittura migliorarla incrementando la propria clientela ed i propri profitti. Per poter sopravvivere, anzi, vivere dignitosamente in questo settore altamente competitivo, è indispensabile adeguarsi agli standard imposti dai migliori.

Non pensare però alla sostenibilità come l’ennesimo odioso obbligo a cui adempiere per “rimanere in gioco”. L’adeguarsi ad un buon livello di produzione sostenibile significa in molti casi ridurre i propri costi ed aumentare i guadagni.

Essere attenti alla sostenibilità ambientale, infatti, impone una buona conoscenza dei processi produttivi, finalizzata alla loro ottimizzazione: ad esempio, il risparmio energetico passa attraverso una conoscenza precisa del proprio fabbisogno di energia, ottenuto mediante un monitoraggio della produzione. Il contenimento dell’utilizzo delle sostanze tossiche, presuppone la conoscenza delle modalità operative di eventuali contoterzisti ed un’adeguata contrattualizzazione dei loro impegni. Ottimizzare i costi significa anche sapere quando, ciò che genera dal proprio processo produttivo, è un rifiuto e quando invece si tratta di un sottoprodotto che può trovare nuovo impiego diventando una risorsa e non un costo.

Come è evidente quindi, la riduzione dell’impatto ambientale può giovare al tuo portafoglio prima ancora che all’ambiente.

Per citare un esempio emblematico a proposito, si può fare riferimento alle aziende che, nell’Unione Europea, hanno adottato il marchio ecologico Ecolabel. Vari studi (tra gli altri Iraldo, Cancila, 2010 e IEFE, Università Bocconi 2006) hanno evidenziato come il 57% delle aziende che ha ottenuto l’Ecolabel Europeo ha registrato incrementi nelle quote di mercato e/o in termini di acquisizione di nuovi clienti a seguito dell’adozione del marchio. Questi studi hanno, inoltre, misurato l’aumento percentuale nel fatturato indotto dall’Ecolabel e, sebbene molte aziende certificate non abbiano saputo isolare e quantificare il contributo specifico del marchio sull’andamento delle vendite, il dato riscontrato dallo studio è decisamente confortante: in media l’Ecolabel genera un aumento del fatturato del 3-5%, con punte massime che raggiungono il 30-35%.

Come realizzare un’impresa sostenibile?

Gli strumenti che aiutano gli imprenditori a creare un sistema sostenibile dal punto di vista ambientale sono vari: dalla certificazione ambientale EDP, a quella climatica, all’ISO 14001, all’Ecolabel, all’OEKO-TEX. Vi sono poi sofisticati strumenti di gestione economica come gli eco-bilanci e la contabilità ambientale. Infine la stessa gestione contrattuale dei rapporti con fornitori e subfornitori potrà costituire il primo passo verso una gestione aziendale più sostenibile.

Per implementare questi strumenti è necessario valutare la situazione esistente, pianificare degli standard ottimali da perseguire, individuare gli eventi che potrebbero impedire, o rendere difficile, il raggiungimento degli obiettivi e realizzare un piano di mitigazione dei rischi individuati.  Il sistema così come progettato e pianificato andrà implementato in azienda e monitorato instaurando un circolo virtuoso di miglioramento e ottimizzazione continuo.


[1] Chanel

[2] Hermes

[3] H&M

[4] Indagine pubblicata da Nielsen, “Doing Well by Doing Good”, giugno 2014, condotta tra il 17 febbraio e il 7 marzo 2014, intervistando oltre 30.000 persone in 60 Paesi, nelle regioni Asia-Pacifico, Europa, America Latina, Medio Oriente, Africa e Nord America.

Related Posts

Lascia un commento