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Il diritto di recesso, anche detto diritto al “ripensamento”, consiste nel diritto del consumatore di poter sciogliere, unilateralmente, il contratto stipulato con il professionista e di avere diritto alla restituzione del prezzo già corrisposto.

Tale diritto, il quale va esercitato entro un termine previsto per legge, nasce dall’esigenza di tutelare il consumatore, quale soggetto debole e vulnerabile rispetto al professionista venditore, durante gli acquisti di beni e servizi effettuati a distanza o fuori dai locali commerciali.

Il diritto di recesso ha acquisito una centralità nella società dell’informazione a seguito della trasformazione dell’utente in consumatore digitale.

Il “consumatore digitale”

Il legislatore europeo ha mostrato da sempre una spiccata sensibilità al tema della tutela del consumatore non soltanto quale parte “debole” del rapporto contrattuale, ma anche quale protagonista di un mercato in continua evoluzione e sempre più complesso.

Trasparenza e informazione (inclusa quella al diritto al recesso) hanno costituito, sin dalle prime delibere comunitarie, gli strumenti con cui è stata attuata a livello comunitario la tutela del consumatore, e oggi lo sono sempre di più dal momento che quest’ultimo si è trasformato in consumatore digitale.

Con l’intento di rafforzare la tutela del consumatore, agevolandone la consapevolezza dei propri diritti in fase di acquisto “on-line”, e con l’intento di armonizzazione dei sistemi nazionali il legislatore europeo, è intervenuto sulla normativa consumeristica con la direttiva 83/2011 EU.